Il microclima si riferisce al complesso dei parametri ambientali temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria, che condizionano lo scambio termico tra individuo e ambiente.
Il microclima influisce in maniera significativa, insieme all’inquinamento dell’aria indoor, sulla qualità degli ambienti in cui si vive e si lavora e quindi sul benessere delle persone. Il conseguimento del benessere termico, cioè lo stato di piena soddisfazione nei confronti dell’ambiente stesso, costituisce una condizione indispensabile e prioritaria per il conseguimento del benessere totale.
L’uomo, come tutti i mammiferi, è omeotermo: i valori di temperatura interna del corpo umano devono essere mantenuti entro un campo estremamente ristretto, compreso tra 35,8°C e 37,2°C, tale intervallo garantisce le condizioni di salute e benessere dell’individuo.
Affinché la temperatura del corpo umano possa restare costante è necessario che la quantità di calore prodotta o assunta dall’organismo, sia uguale a quella trasferita all’ambiente. In questa condizione il bilancio termico è uguale a zero e la temperatura corporea interna viene mantenuta nell’intervallo di normalità.

Sistema di termoregolazione

Il sistema di termoregolazione del corpo umano, situato nella zona del cervello denominata ipotalamo, svolge la funzione di regolare gli scambi termici tra corpo umano e ambiente e mantenere costante la temperatura interna.
Quando fa troppo caldo, il sistema di termoregolazione innesca una serie di meccanismi in grado di cedere calore all’esterno, mentre quando fa troppo freddo, interviene limitando la dispersione del calore.
Il microclima può influenzare gli scambi termici tra individuo e ambiente e in alcune situazioni ostacolare i meccanismi di termoregolazione. Ad esempio elevati valori di umidità dell’aria in estate possono aumentare il disagio correlato alla sensazione di caldo: l’elevata presenza di vapore acqueo nell’aria ostacola l’evaporazione dell’acqua contenuta nel sudore, che rappresenta il processo fondamentale per il corpo umano per disperdere il calore in eccesso.
Ciò spiega come mai in presenza di afa, una situazione climatica caratterizzata da un alto valore di umidità relativa, il corpo umano tolleri di meno il disagio del caldo e la temperatura percepita sia superiore alla temperatura ambientale effettiva (misurata dal termometro).
La ragione per cui il vento può aumentare il disagio correlato alla sensazione di freddo è legata al fatto che esso aumenta la velocità con cui il corpo perde calore. La cosiddetta temperatura percepita, ossia la sensazione di “caldo” o di “freddo”, è quindi legata non solo alla temperatura effettiva ma anche alle altre condizioni ambientali.

Benessere termico

Quando il corpo umano, con minimo impegno dei meccanismi di termoregolazione, non prova sensazione di freddo o di caldo, l’individuo viene a trovarsi in uno stato di soddisfazione nei confronti dell’ambiente detto “benessere termico“. Tale condizione ottimale si verifica solo se i parametri ambientali temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria sono opportunamente graduati. La ventilazione, può influenzare i parametri microclimatici e svolge un ruolo importante nel processo di termoregolazione del corpo umano e nel garantire situazioni di comfort ambientale.
Benessere microclimatico e comfort ambientale si riferiscono alla condizione ambientale in cui l’aria interna è percepita come ottimale dalla maggior parte degli occupanti dal punto di vista delle proprietà sia fisiche (temperatura, umidità, ventilazione)che chimiche (aria “pulita” o “fresca”).

Nella seguente tabella si riportano le condizioni microclimatiche ottimali di un ambiente, per attività fisica moderata (sedentaria), abbigliamento adeguato e in assenza di irraggiamento, in cui la maggioranza degli “occupanti”, si trova in una sensazione di benessere termico.

Condizioni microclimatiche ottimali
Stagione Temperatura dell’aria (T) Umidità Relativa(UR) Velocità dell’aria(V)
Inverno* 19-22°C 40-50% 0,01- 0,1 m/s
Estate* 24-26°C 50-60% 0,1-0,2 m/s

*Il  DPR 16 aprile 2013, n. 74, che fissa i criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva, prevede per gli edifici residenziali che la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare,  durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione invernale, non deve superare: 20°C + 2°C di tolleranza; durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione estiva, non deve essere minore di 26°C – 2°C di tolleranza

tratto da: www.salute.gov.it

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